Home Fiction Rai C’Era Una Volta Studio Uno, intervista ad Alessandra Mastronardi

C’Era Una Volta Studio Uno, intervista ad Alessandra Mastronardi

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Il 13 e 14 febbraio su Rai 1 va in onda C’Era Una Volta Studio Uno: la fiction in due puntate ha come protagoniste Diana Del Bufalo, Giusy Buscemi e Alessandra Mastronardi; quest’ultima, in particolare, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito al progetto.

Per la regia di Riccardo Donna, C’Era Una Volta Studio Uno ha nel cast come interpreti oltre alla Mastronardi, alla Buscemi e alla Del Bufalo, Domenico Diele, Andrea Bosca, Gianmarco Saurino, Giampaolo Morelli, Edoardo Pesce, Simone Gandolfo, Enrico Ianniello e Antonello Fassari.

Alessandra Mastronardi ha raccontato alle telecamere della Rai Play, il servizio straming della tv pubblica:

Interpreto Giulia, una giovane ragazza di 25 anni che sarebbe destinata al matrimonio, alla famiglia e alla vita semplice di una casalinga, ma per trovare se stessa decide di entrare nel mondo Rai e accetta un posto da segretaria, passando pian piano di grado, diventando una del servizio opinioni per il pubblico.

Sarà quindi lei che ci farà entrare nel mondo di lustrini che sarà Studio 1. Per chi ha visto e vissuto quell’epoca questa fiction li aiuterà a rivedere e sognare ancora quei momenti, per chi non ha vissuto quegli anni, sarà un buon modo per innamorarsi di una Italia che ce la faceva.

C’era una volta Studio Uno però non racconterà solo la vita delle proprie protagoniste, ma tramite loro proverà a darci uno spaccato di quello che era la società italiana negli anni ’60 e  il fondamentale ruolo di rilievo delle donne:

Sicuramente noi siamo molto più fortunate oggi, ma molte dinamiche sono le stesse. La cosa che più caratterizzava la donna degli anni ’60 è che per avere la propria libertà dovevano scegliere di sposarsi per uscire dalla casa del padre, mentre oggi abbiamo un’indipendenza conquistata quasi subito, indipendenza che a volte ci porta ad avere una nostra famiglia più tardi. Questa è una grande differenza, ma la sofferenza che prova Giulia ad affermare il proprio essere donna è molto simile a quello che proviamo oggi, dove in ambiente di lavoro dobbiamo dimostrare che oltre a un corpo abbiamo una mente.

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