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Kasia Smutniak: “Una parte di me si è persa dopo la morte di Pietro Taricone”

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Kasia Smutniak, che questa sera in prima serata su Rai Uno vedremo nel ruolo della protagonista femminile di Volare, con Beppe Fiorello, sulle pagine del settimanale Grazia parla della sua vita privata, del dolore per la scomparsa del compagno Pietro Taricone, dell’amore con Domenico Procacci, e della maternità.

L’attrice confida che il suo desiderio più grande è essere una buona mamma:

Essere una buona madre è il vero scopo della mia vita, ma non so e non credo che purtroppo mi riesca sempre.

Pietro amava il suo lato da bambina, una parte di lei che Kasia pensa sia morto con lui:

Forse non c’è più. Cioè, è rimasta la curiosità pura e instancabile che ho per tutto quello che ancora non conosco, che non ho ancora provato. In questo sì, sono più bambina io di mia figlia. Ma qualcosa di me ‘quel giorno lì’ si è persa, o comunque è cresciuta per sempre.

La Smutniak cerca di trovare la forza per andare avanti:

Dipende dai periodi. La primavera per esempio mi ammazza. Quando c’è la pioggia o fa freddo quello che è successo mi è più sopportabile, come se il sole mi invitasse a una festa a cui non me la sento di partecipare totalmente. Pietro era davvero un diverso.

L’attrice parla del suo nuovo amore, Domenico Procacci, con cui ha ritrovato un po’ di serenità:

Domenico è iperattivo come me, non a caso abbiamo tanti interessi in comune, a cominciare dalla montagna. Però a differenza di me ha un equilibrio reale, profondo. Altrimenti non avrebbe l’umanità e l’intelligenza di comprendere che il dolore con cui convivo non toglie niente al nostro legame, e il nostro legame non toglie niente a quel dolore.

Kasia spiega cosa ha imparato da questi due amori:

A me da una storia d’amore piace imparare qualcosa che prima non sapevo, non avevo neanche messo in conto. Pietro mi ha insegnato la libertà di fare scelte dettate solo dal mio cuore e dalla mia testa. Domenico oggi mi sta insegnando soprattutto la calma. La possibilità di aggrapparmi a qualcosa di stabile, concreto. Di dormire senza smaniare per quello che gli altri, là fuori, stanno facendo nel frattempo.

E, aggiungerei, di ritrovare la felicità.

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