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Anna e i cinque 2 e l’adolescenza in tv

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Quello tra adolescenti e piccolo schermo è un amore reciproco. Una corrispondenza assoluta e sincera si scopre legare due mondi distanti, ma solo teoricamente. Perché se è vero che sono i giovani a prestare maggiore attenzione ai prodotti usciti dalla scatola magica (e la questione è motivo di severe discussioni, in quanto gli ultimi nati sono più vulnerabili e subiscono soprattutto inconsciamente la pericolosa fascinazione delle tematiche trasmesse), è anche vero il contrario: la tv entra nelle vite dei giovani italiani per prenderne in prestito emozioni e mode, per trasportarne sui propri canali la trasposizione per immagini e narrazioni fictional.

Si contano a decine i programmi di intrattenimento e i racconti pensati per un target giovane, o comunque mirati a carpirne l’attenzione quasi esclusivamente. Così come decine sono le sceneggiature in cui puntualmente finiscono per farla da protagonista le fasi del percorso evolutivo più delicato di ciascuno. Cambiamenti fisici ed impulsi emotivi, bisogni e desideri, diventano interessanti realtà da scoprire e descrivere grazie all’esperienza scenica del giovane attore scelto ad interpretare la parte dell’adolescente in crisi. Una percezione veicolata dal potente media tra stereotipi e scandagli nell’intimo e nel mai confessato di quanti non sono più bambini e sono già potenzialmente adulti. L’universo dell’adolescenza intrattiene con le sue storie sulle trasformazioni soprattutto psicologiche: un processo di ricostruzione della maturazione conflittuale nel rapporto con i genitori (alla ricerca dell’indipendenza), in quello con gli amici (mentre si affermano personalità e caratteri), ma soprattutto nei turbamenti dovuti all’amore, le cui vicende testimoniano il desiderio di realizzare le proprie aspettative a immagine e somiglianza della personalità pensata ma tutta da sperimentare. Vanno in scena, dunque, prove di autonomia, di appeal sociale, di autostima e coraggio, per valutare forza e carattere, in un’analisi spesso da commedia, meno da melodramma. Diete e voti a scuola, fidanzati e responsabilità, motorini e coprifuochi, alcool e primi baci, dagli studenti de I liceali ai ragazzini della famiglia de I Cesaroni, dai figli di Lele (Giulio Scarpati) in Un medico in famiglia fino ai pargoli di casa Ferrari di Anna e i cinque 2, con successo di pubblico sono messe in onda tutte le sfaccettature dell’età adolescenziale.

Filippo (Alberto Galetti) e Carolina (Carolina Benvenga), i più grandi dell’affascinante milionario Ferdinando (Pierre Cosso), ragazzi di cui la tata Anna (Sabrina Ferilli) cura segreti e stati d’animo, sono solo gli ultimi esempi di definizioni di sé incanalate in processi di maturità lunghi e articolati, persi nel tempo favolistico della fiction e nei ricordi di quanti adolescenti lo sono stati qualche anno fa.

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