Tra pochi giorni andrà in onda la nuova fiction Rai in costume “Trilussa, storia d’amore e di poesia” e cresce l’attesa per un biopic che si annuncia diverso dagli altri.
Perché la storia è quella di un poeta un po’ spiantato, che nella sua vita ha sempre dovuto scrivere per pagare i debitori, anche quando passava per i salotti della Roma bene del ventennio fascista.
E infatti il regista Lodovico Gasparini descrive così la vita del suo protagonista: “I poeti non c’hanno mai una lira: questo era il problema fondamentale di Trilussa. Un giorno gli si offre questa possibilità di non pagare più l’affitto. La scommesa qual è? Quella di trasformare una ragazzina che va in giro nei salotti a chiedere l’elemosina in una grande diva e quindi Trilussa è costretto ad accettare diventando una specie di Pigmalione per questa ragazzina.”
E così nella vita di Trilussa, interpretato dal magnifico Michele Placido, non poteva mancare un triangolo amoroso che fa ricordare la storia di Cyrano de Bergerac: Arturo, figlio del sarto ebreo amico del poeta che va da Trilussa dicendogli che si è innamorato di questa ragazza, Giselda e ha bisogno di dedicarle delle poesie. Il poeta, anche proprio per ché tale, gliele scrive, e naturalmente Giselda perde la testa per Arturo, ma quando scopre che le poesie non sono opera del figlio del sarto ebreo ma che in realtà le ha scritte il poeta Trilussa molla Arturo e si innamora di Trilussa.
Chissà se basterà il più classico dei triangoli amorosi a tenere incollati i telespettatori a guardare una storia, che non è solo d’amore, ma anche di poesia, in un mondo in cui la poesia ormai purtroppo sembra un genere dimenticato.
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