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Furore – Il vento della speranza, riassunto della quarta puntata del 5 giugno

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E’ andata in onda ieri sera la quarta puntata di “Furore – Il vento della speranza”, ottenendo, come già successo per le precedenti puntate, un buon successo di pubblico, nonostante il cambio di programmazione che ha visto questa puntata della fiction scontrarsi direttamente con la finale di “The voice of Italy”.

Tanti gli accadimenti di questa puntata di “Furore”, che si è concentrata soprattutto sul rapporto tra Vito e Concetta: quest’ultima, infatti, ha deciso di raccontare la sua triste storia all’uomo di cui si è invaghita e lui si è offerto di aiutarla a spezzare la catena che la tiene legata a Schivo. Per il riassunto completo della quarta puntata di “Furore – Il vento della speranza”, continuate a leggere qui di seguito.

Furore – Il vento della speranza, riassunto della quarta puntata del 5 giugno

In questa quarta puntata di “Furore” abbiamo finalmente conosciuto la vera storia di Concetta: lei, che si chiama in realtà Chiara, da giovanissima ha ucciso lo zio che la violentava ogni notte e dal quale ha avuto anche un bambino, che adesso è in orfanotrofio. Dopo il delitto, Chiara ha cambiato identità e per mantenersi ha iniziato a fare la prostituta sui treni, ed è proprio durante uno dei suoi viaggi che ha conosciuto Schivo.

L’umo aveva promesso di aiutarla ma alla fine Chiara si è trovata senza via d’uscita, dato che l’uomo ha rubato i suoi documenti e quelli del bambino. Vito si offre così di aiutarla e promette di rubare i documento non appena se ne presenterà l’opportunità.

Gisella vuole confessarsi alla polizia, ma il padre, con la complicità di un poliziotto corrotto, impedisce di raccontare la verità sull’incidente della piccola Rosa, per impedire che questo possa compromettere l’esito delle vicinissime elezioni.

Saruzzo è sempre più coinvolto da Irma, che però continua a rifiutarlo a causa della differenza di età. Irma, inoltre, è molto malata ma non per questo abbandona la sua lotta e continua anche a stare vicino a Saruzzo durante il processo che lo vede come imputato per i tafferugli in fabbrica.

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