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I misteri di Laura, nuovo flop di Mediaset

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“I Misteri di Laura” è una fiction che convince poco. Al punto da rischiare la cancellazione ad ogni messa in onda. E questi sono soltanto alcuni dei fattori che portano a Mediaset un bilancio negativo per una categoria, quella delle fiction, che è sempre stata un suo zoccolo duro.

Ma dove è l’errore? Come si può intervenire per evitare il crollo definitivo? Sicuramente va strizzato l’occhio alle serie tv d’oltreoceano, sempre più innovative e convincenti, ed essere abbastanza umili da prenderne spunto.

C’è chi ha provato ha fare una lista di 7 suggerimenti per salvare le fiction del Biscione da pensione certa:

1) programmare meno puntate per i prodotti esordienti. Un pacchetto da 9, massimo 12, episodi per permettere al pubblico di masticare la novità quanto basta da non saziarsi e decidere fin da subito se continuare ad investirci tempo o se desistere per entusiasmo non pervenuto. Si risparmierebbero soldi, tempo, e spazi di palinsesto da riempire eventualmente meglio. 2) Puntare su una strategia di pubblicità più forte e capillare. Mandare in loop sempre il solito spot tv di poco appeal è la mossa perfetta per allontanare pure quei pochi aficionados guadagnati. Ormai i social sono una realtà familiare anche alle casalinghe di Bardonecchia, quindi, sarebbe utile usarli per pubblicare i famosi sneak peek, piccole clip della puntata in arrivo, capaci di stuzzicare il palato e la curiosità degli spettatori in attesa. 3) Il giorno di programmazione è sacro e non si tocca. Meno cambiamenti uterini per fare sgambetti alla concorrenza e più attenzione alla fidelizzazione del prodotto. 4) Devono essere gli sceneggiatori a stabilire la fine di uno snodo narrativo, non il crollo degli ascolti. Storie più vicine alla realtà, meno alla soap opera. Racconti di vita abilmente conditi, non fumetti surreali che ostacolano la nascita di empatia con i personaggi. 5) Più importanza alla musica. Hit internazionali sono sbocciate perché scelte come colonna sonora dell’ episodio giusto. Puntare su artisti emergenti: si assottiglierebbero i costi e si attrarrebbero nuove fette di pubblico magari più avvezze alle note che alle trame. 6) Sperimentare la narrazione a più personaggi. Il focus sui soliti 2 o 3 protagonisti è rischioso e poco furbo, invece, mettere sul piatto più filoni narrativi che viaggiano paralleli regala più chance al prodotto: se  una storia non piace, ce n’è sempre un’altra di cui magari potersi innamorare. 7) Cambiare il solito ciclo di attori ormai polveroso. La scelta di pescare nuovi artisti emergenti, soprattutto dalla scuola del teatro o dal mondo del web, può risultare vincente e portare nuova linfa.

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